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L’Utopia // Tommaso Moro

02/01/2021

Al di sotto dell’Equatore c’è un’isola che si chiama Utopia. Ci vivono genti in tutto simili agli europei, eppure del tutto diverse: i loro governi, la loro economia, il loro senso dello Stato, della proprietà, della famiglia, della guerra, del lavoro… ogni cosa funziona all’insegna dell’etica, ma ancora di più dell’ingegno.

In Utopia esiste una società razionale che si accosta al migliore dei mondi possibili. Raffaele Itlodeo, viaggiatore, c’è stato. Lo racconta a un incredulo Lord Tommaso Moro (Londra, 1478-1535), che in quegli stessi anni è oppresso dalla situazione politica dell’Inghilterra anglicana e guarda con desiderio all’impero cattolico d’oltremanica.

In un richiamo che è tuttavia anche una critica alla Repubblica di Platone, Moro immagina un mondo in cui ogni cosa è infinitamente più semplice non solo di quanto noi siamo soliti considerarla, ma anche di come gli antichi l’avessero trattata. Questa Utopia (che nella copertina originale ricorda un po’ la forma di un cervello) è un atto di fede in Dio e nella ragione, e rivela tutto l’ardore di Tommaso Moro, Santo Patrono dei politici.

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