Di questo libro ci hanno detto che è poesia, che è una storia non finita, che è partigiano. In realtà questo libro è solo una parte di una storia molto più ampia e complessa che è si è svolta e si sta ancora svolgendo proprio qui, nel nostro paese, sui nostri posti di lavoro, nelle nostre discussioni politiche.
Insorgiamo è sì una cronaca, ma anche una chiamata alle armi e una sorta di autocoscienza, che parte da una fabbrica, esce e ci coinvolge tutt3.
L’individualismo è un lusso che non possiamo più permetterci.
Il collettivo di fabbrica Gkn ci chiede di partecipare alla sua lotta contro la chiusura di una fabbrica specializzata, moderna, con lovrator3 organizzat3 e sindacalizzat3. Una fabbrica che se sfondano qui sfondano dappertutto.
Ma ci chiede anche di partecipare alla nostra lotta.
Non vi abbiamo chiesto di insorgere per i nostri problemi, ma con i vostri problemi.
Perché l’individualismo, quello che non ci possiamo più permettere, non è solo dei singoli, ma è anche l’individualismo delle lotte. Verso la convergenza, non per vincere una battaglia, ma per cambiare i rapporti di forza della società.
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