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Ciao, siamo il Collettivo Contesto e, siccome ci piacciono i regali utili, eccone uno…
Benvenutə al crafting n. 14!
C’è un detto abbastanza conosciuto nella critica alle big tech companies, che recita: “Se non stai pagando per un prodotto, allora il prodotto sei tu“. Sarà vero?
Senza dubbio, se parliamo del modello economico delle aziende del tech che offrono tutto (o quasi) apparentemente gratis: suite di programmi, strumenti di produttività, piattaforme social, una qualche idea di libertà di espressione ecc. (Chi si ricorda di aver comprato una licenza Office?). Ovviamente l’estrazione di dati su grande scala è ciò che permette a queste aziende di rimanere in vita (c’è chi lo chiama Vettore). Il prodotto siamo noi e l’acquirente sono altre aziende intenzionate (queste sì) a venderci cose.
Ma se ci viene voglia di applicarla come regola generale, la questione che il prodotto siamo noi inizia a ingolfarsi. Da anarchichɜ, le domande sul mutualismo e l’economia del dono, a braccetto con la società della cura, ci interpellano nel profondo. E allora, senza scomodare gli Argonauti del Pacifico Occidentale, abbiamo pensato di andare a cercare molto ma molto più vicino. Più o meno nel nostro telefono…
I regali, quelli belli
Nel nostro mondo, l’idea che qualcunə ci dia qualcosa gratis, specie qualcosa per cui ha lavorato, va contro la nostra comprensione. L’economia del dono è un ossimoro, se per economia intendiamo la produzione di valore economico. Ciò che è regalato ha un che di sinistro – sarà uno specchietto per le allodole? un cavallo di Troia? Ma se per economia intendiamo la produzione di valore sociale, un modo del tutto materialista di rispondere alle nostre necessità, allora l’economia del dono apre molte più possibilità. Se producessimo qualcosa lavorando (work) al di fuori del lavoro (labour), saremmo dispostɜ a donarlo?
È quello che fa chiunque contribuisca allo sviluppo di FOSS. Il Free Open-Source Software include programmi e applicazioni gratuite, il cui codice sorgente è accessibile, e che perciò possono essere usate, copiate e modificate liberamente. Sono programmi spesso semplici, adattabili, senza secondi fini; l’opposto dell’applicazione media con i suoi “annunci pubblicitari”, “acquisti in app” e tracking di dati.
Troppo bello per essere vero? Per questo abbiamo deciso di farti un regalo anche noi. Ecco una lista di applicazioni FOSS che utilizziamo tutti i giorni e con cui abbiamo cambiato la nostra vita digitale. Provare per capire.
The listone is coming to town
Multipiatta:
- Joplin – gestore di note completamente locale o sincronizzato tra più dispositivi. Qui nascono la maggior parte degli articoli del giardino punk
- LocalSend – per inviare file e messaggi tra dispositivi connessi allo stesso router wifi, senza passare da server esterni
- Syncthing – simile a LocalSend, permette a due dispositivi collegati allo stesso router di condividere una o più cartelle e (s)caricare e modificare i file
- Betterbird / Thunderbid – client mail molto versatili, con anche calendario, task, rubrica, chat, RSS reader e tantissimi plugin
- Zotero – per gestire i paper e le citazioni accademiche, ha un ottimo lettore di pdf e si integra facilmente con applicazioni di scrittura come Libre e MS Office
- Calibre – per gestire la libreria di file pdf, epub ecc. su e-reader e convertirli (non preoccuparti, non chiede dove li hai presi)
- MuseScore – scrittura e riproduzione di partiture musicali
- Audacity – per registrare ed editare file audio
- Krita – per il disegno digitale, per cimentarsi anche senza qualità artistiche
- GIMP – per editare immagini. Non è semplicissimo, ma è gratis quindi al massimo lo cestini senza rimorsi
- Manuskript – per progettare e scrivere testi, soprattutto lunghi come saggi e romanzi
- Taiga – applicazione web-based per la gestione di progetti simile a Trello, basato su codice FOSS come Kanban
Per Android:
- F-Droid – il RE-pository delle applicazioni gratuite. Qua trovi tutto quello che cerchi, sempre gratis e quasi sempre FOSS, con un focus sulla sicurezza e sull’assenza di traccianti. Tutte le app che ti consigliamo sono (anche) scaricabili qui
- OLauncher – launcher minimale che visualizza solo i nomi delle applicazioni senza icone. È un modo meno stimolante e più controllato di usare il telefono
- Fossify – una grande famiglia di app minimali, tra cui orologio, telefono, messaggi, fotocamera, calendario, galleria, gestore file… Questo per liberarsi delle app preinstallate in Android che, nove su dieci, sono app Google. Menzione d’onore a Calendario, che ci ha abbastanza rivoluzionato la vita, utilizzabile sia in locale che con servizi online come Infomaniak o via CalDav
- Task.org – Altra app preziosa. Gestisce semplicemente le cosa da fare, con una buona integrazione con altre app e calendari
- MuPDF viewer / Librera FD – due lettori di pdf: MuPDF è semplice e pratico, Librera è molto potente (supporta anche epub e altro). Sono senza pubblicità – è pleonastico data la lista, ma considerata l’applicazione media per leggere pdf…
- K-9 Mail / Thunderbird mobile – client email per cellulare, che dopo un lungo periodo di sviluppo è diventato la versione mobile di Thunderbird. Come dicono lɜ sviluppatorɜ, scegliere l’uno o l’altro vuol dire chiedersi se si preferisce un cane robotico o un uccello mistico (gioco di parole da nerd)
- OsmAnd – navigatore della mappa Open Street Map che può funzionare anche offline
- Red Moon – per diminuire la luminosità dello schermo oltre i limiti del sistema operativo anche a orari programmati
- Canta – permette di eliminare gran parte delle applicazioni preinstallate senza i permessi di root (leggi senza dover smanettare troppo). È da usare con cautela – non può ammazzare un cellulare ma potrebbe richiedere un reset. Tra le altre cose, fa risparmiare batteria eliminando le app che inviano continuamente dati in background (ciao Google)
- Tracker Control – ciliegina sulla torta: un’app sviluppata da un centro di ricerca di Oxford che permette di monitorare i flussi di informazione in uscita dal proprio telefono, analizzando le librerie che vengono usate dai programmi per inviare dati, tracciandoli (per una volta a nostro favore) e bloccandoli. Se vuoi fare una mini secessione dai meccanismi di valorizzazione digitale, questo è un ottimo modo!
Codice libero in liberi spazi
Speriamo di averti regalato un po’ di applicazioni utili, ringraziando chi le sviluppa e magari facendo loro una donazione. 💚
Prima di lasciarci, uno spunto su cosa rende possibile questo ecosistema digitale. Un po’ dilemma del prigioniero un po’ risorsa comune, il FOSS è un esempio di utopia libertaria in atto: senza meccanismi di polizia e senza incentivi economici, chi produce software lo rende liberamente disponibile, finendo per donare il suo tempo e la sua capacità alla collettività.
Certo, queste esternalità positive esistono anche grazie a strutture legali di copyright libero, che mantiene i software non commerciali. Ma questo spiega la garanzia, non la scelta alla base del FOSS. Lo spirito del FOSS, al contrario, è quello della partecipazione, l’idea per cui se qualcosa non ti garba, puoi cambiarla e renderla a tua volta pubblica. È il caso di Betterbird e Thunderbird – il primo è sviluppato a partire dal secondo, in seguito a dissensi sulla direzione del progetto – e anche della tecnologia RSS. Il FOSS non è un mondo in cui vige l’armonia senza confitti, ordinato da specifiche licenze. È un mondo come il queer, che porta all’estremo la pluralità delle determinazioni possibili. Ci sarà, almeno in potenza, sempre unə smanettonə che riapproprierà il tuo software per i suoi scopi. Nessun tentativo di controllare il codice può impedire di liberarlo. Donare applicazioni alla comunità diventa un modo per affermare la libertà, propria e altrui, di potersi riprendere gli spazi digitali, renderli liberi dalle logiche di mercato, ma anche adeguati alle proprie necessità (e non quelle del capitale).
Per ultimo arriva il mondo vero. Come ogni utopia, anche questa tende verso qualcosa. Non ci sarà una vera libertà di software finché tuttɜ (individualmente o collettivamente) non sapranno metterci le mani a loro piacimento. Quindi ecco il nostro augurio per l’anno nuovo: che tuttɜ trovino l’amicə smanettonə che gli serve per riadattare il loro software…
Buone Feste e, se te lo puoi permettere, buon riposo! 😌
Crafting
/ˈkrɑːf.tɪŋ/ – noun. The activity of skilfully creating something such as a story. Examples:- So much care went into the crafting of the narrative.
- She saves fabric scraps and old buttons and uses them for crafting.
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