Camere Separate // Pier Vittorio Tondelli

Ripubblichiamo un contributo collettivo di nbb su Camere separate di Pier Vittorio Tondelli, che è, ad oggi, forse il romanzo più importante della storia della letteratura omosessuale italiana.

Questa dicitura “letteratura omosessuale” contiene già in sé, a nostro avviso, una specificazione sui temi che la soggettività e il movimento omosessuale (rivoluzionario o meno) hanno affrontato in una determinata fase della costruzione culturale dell’omosessualità, ossia quella che va in modo sfumato e discontinuo dalla modernità fino al queer, escludendo a tratti specifici fenomeni locali come i femminielli e il lavoro sessuale maschile.

All’interno di questa cornice, Tondelli spicca per due ragioni: innanzitutto per la forza e l’urgenza emotiva con cui porta sulla scena alcuni temi classici della letteratura omosessuale; e in secondo luogo perché questa messa in scena non rinuncia ad aprire spazi di complessità all’interno di questi temi. Camere separate non è la storia di una relazione idilliaca, né ostacolata solamente dalle contingenze dell’oppressione delle soggettività omosessuali da parte della società in cui si colloca. Al contrario, la lettura di nbb mette in luce come le camere separate siano anche, tra le altre cose, un punto di ingresso in riflessioni che il queer contemporaneo porta avanti con forza, come quelle sul materialismo queer, sulla dinamica del desiderio e dell’autonomia all’interno di una relazione esclusiva, sulla gerarchia delle relazioni e le aspettative che da essa derivano, sul problema di dare consistenza sociale e pubblica a relazioni non legittimate (come quelle same-gender o con più partner). Dall’altra parte, alcuni tratti che nbb evidenziano, come la corporeità del desiderio e della riflessione, sembrano oggi sempre più difficili da rintracciare nella riflessione queer.

Anche attraverso questa nota a margine, noi auspichiamo e vorremmo incoraggiare una rilettura di questo testo in chiave queer e il recupero di alcune riflessioni e pratiche che, siamo convint3, potrebbero oggi aiutarci a ridare complessità alle riflessioni del passato, per collocarci in un solco di politiche pur imperfette ma certamente consistenti e dotate di urgenza e spinta trasformativa.

Camere separate è un romanzo corporale che parla di una forma dell’amore. Corporale perché sarebbe difficile descrivere con un’altra parola il modo in cui Pier Vittorio Tondelli riesce ad affrontare il corpo delle cose e delle persone. Tutto in questo romanzo è tridimensionale, concreto, palpabile.

I suoi occhi erano in grado di vedere con l’acutezza e la sensibilità di un’anima messa a nudo.

dice Tondelli di uno dei personaggi, ma hai l’impressione che questo sia il suo stesso modo di guardare alle cose.

Questo romanzo parla d’amore perché racconta la storia di Leo e Thomas, e poi la storia di Leo senza Thomas. Mette in scena un amore struggente dai confini netti: quelli di due stanze separate. Il sentimento fra Leo e Thomas è indissolubile e ha corpo, anzi ha due corpi ben distinti, e forse proprio perché ha due corpi richiede uno spazio abitabile per ciascuno di essi. Le anime, se così vogliamo chiamarle, si fondono in un leoethomas, ma i corpi richiedono una distanza perché questa fusione funzioni.

Camere separate è un romanzo che riflette sulle forme che l’amore può assumere, sulla paura che suscitano i momenti in cui ci si sente persi dentro una persona — o senza una persona —, sugli attimi in cui un sentimento sembra irrimediabilmente morto, su come sia complesso, a volte, capire qual è la forma da dare a un rapporto, e la forma da dare a sé stess3.