Qual è il rapporto tra donne e letteratura? È per provare a rispondere a questa domanda che Virginia Woolf si addentra in un viaggio mentale alla ricerca delle donne che l’hanno preceduta: romanziere, saggiste, poete, commediografe del passato che sembrano destinate a non emergere mai nella storia della loro arte. Eppure hanno scritto, anche le donne hanno scritto, lo dimostrano Jane Austen e George Eliot. La ragione per cui sono così a lungo rimaste fuori dal canone, sostiene Woolf, è da ricercarsi ben all’esterno della loro produzione letteraria.
Per poter scrivere un romanzo una donna ha bisogno di una discreta rendita e di una stanza tutta per sé. È nella storia della società patriarcale il fatto che entrambe queste cose siano state per lungo tempo negate alla maggioranza delle donne. Poter disporre dei propri soldi è, al tempo in cui Woolf scrive, una conquista recente. La naturalità della loro sottomissione è un mito che forse perfino oggi non è del tutto sfatato. Peccato che a difenderlo siano sempre gli uomini, e leggendo questa denuncia di un mansplaining d’altri tempi è impossibile scindere le battaglie di ieri da quelle di domani.
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